IL RUOLO DELLA MOUSSE SCLEROSANTE NELLA ECOSCLEROSI SAFENICA E DELLE VARICI RECIDIVE: ESPERIENZA PERSONALE


A. Cavezzi, A. Frullini *
Flebologia (ita), pag. 31 ,Vol. IX, , 1-3, 1998

Servizio di Patologia Vascolare, Clinica "Stella Maris", S.Benedetto del Tronto (AP)
* Studio Flebologico, Incisa Valdarno (FI)


L'ecoscleroterapia (ES) safenica e delle varici recidive costituisce un trattamento di efficacia già provata, pur con la problematica della ricanalizzazione nel tempo del vaso trattato e con l'ineluttabile resistenza propria di alcuni quadri varicosi, di pertinenza più strettamente chirurgica.
L'introduzione da alcuni anni dell'agente sclerosante (detergente) sotto forma di mousse (gassosa ad aria, oppure a CO2) sembra potenziare ulteriormente le possibilità terapeutiche della ES. Il suo utilizzo routinario può comunque comportare alcuni effetti collaterali e/o complicanze significative (scotomi, sintomatologia cerebrale aspecifica, quale cefalea, stato confusionale transitorio ecc., eventuale embolia polmonare gassosa), come da letteratura internazionale ed esperienza personale degli autori, pur trattandosi nella stragrande maggioranza dei casi di episodi transitori senza rilievo clinico. Una serie di accorgimenti e precauzioni possono e devono essere intrapresi per prevenire simili complicanze: limitare la dose di mousse sclerosante (MS) iniettata per seduta a non più di 3 cc, non mobilizzare immediatamente il paziente post-seduta, ed ulteriori attenzioni specifiche.
L'esperienza degli autori circa la ES con la MS concerne la miscela costituita da farmaco sclerosante (lauromacrogol 400 1-4%, o tetradecilsolfato di sodio,TDS, 1-3%, in quantità di 0,5 cc mediamente) e microbolle di aria (metodo M.U.S. C ), mentre la tecnica di ecosclerosi ricalca quella tradizionale con la possibilità di eseguire la compressione alternata con sonda (sec. Schadeck) o continua nella sede di iniezione, secondo necessità.
Da una revisione della nostra esperienza (novembre '97- giugno '98) con MS in ES per varici da incontinenza safenica o recidive post-chirurgiche si possono evincere alcune considerazioni teorico-pratiche positive e negative: a) maggiore rapidità di sclerosi, b) necessità di minori quantità di liquido sclerosante per seduta, c) maggiore "mappatura" dei vasi trattati, in virtù dell'eco-contrasto costituito dalla MS stessa, d) più completo e contestuale trattamento delle collaterali safeniche ("invase" dalla MS per ragioni gravitarie), e) notevole estensione in lunghezza dello spasmo e dell'azione sclerosante, soprattutto associando due iniezioni distanziate fra loro, f) possibilità di orientare la diffusione della MS con differenti posture dell'arto e/o manovre varie, g) necessità di tempi aggiuntivi per la preparazione della MS e in virtù della postura supina prolungata del paziente post-seduta, h) scleroresistenza e ricanalizzazione permangono in alcuni casi, i) alcuni degli effetti collaterali e delle complicanze sovracitate di fatto sussistono anche nella nostra esperienza (1 caso di cefalea, 1 di scotomi e 1 paziente con confusione mentale transitoria).
Gli autori riportano la loro casistica di ES safenica o delle recidive mediante MS su 78 pazienti, per un totale di 88 assi patologici, più precisamente 46 vv.grandi safene, 24 vv. piccole safene e 18 recidive post-safenectomia (prevalentemente da cavernoma inguinale); sono state eseguite mediamente 1,8 (1-3) sedute per raggiungere la sclerosi del vaso, con uso preferenziale di TDS 3%, 0,5 cc per seduta, e si sono registrati 2 insuccessi totali e 8 ricanalizzazioni precoci, sottoposte a re-ES, per un totale di sclerofibrosi stabile in 84 casi (95%) nel follow-up di durata media di 16 settimane circa (3-29).
Pur nei rigorosi limiti imposti dalla ridotta casistica e dal breve follow-up personale, nonchè in attesa di studi e protocolli internazionali che possano validare la metodica e illustrarne più compiutamente le possibilità, i limiti ed i rischi, la ES mediante MS ci pare in definitiva costituire un'opzione terapeutica interessante per la malattia safenica e la recidiva post-chirurgica.


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